EDITORIALE – Sciopero? Sembra impossibile, ma è così. Il concerto rischia di saltare per uno sciopero. Insomma, non si capisce bene la ragione, ma il fatto è certo: anche se i Led Zeppelin sono stati invitati dal governo islandese, il concerto a Reykjavik non si può tenere. A meno che? A meno che non si accetti la proposta degli studenti universitari, che vogliono mettere a disposizione l’aula Magna e forse anche uno spazio più grande.
Perché no? Pensano Page e soci… il Dirigibile può volare alto anche nel piccolo.
L’atmosfera è fantastica, l’accoglienza incredibile. Gli Zeppelin lasciano l’Islanda per continuare il loro tour, ma non riescono a togliersi dalla testa quel concerto e anche le immagini della mitologia celtica, evocate da quella terra e da quelle genti.
Mentre sono a Bath, nel Regno Unito e altro luogo di leggende perché lì si dice sia conservato il Sacro Graal, scrivo Immigrant Song.

La dedicano a Leifr Eiriksson, grande esploratore islandese, primo europeo a scoprire la regione poi conosciuta come Terranova. La scrivono pensando ai vichinghi e ai loro viaggi, alle scoperte, alla grandezza del tempo andato.
Non sanno però, mentre scrivono, che i loro fan non capiranno che quello è un omaggio a una terra in particolare, pensando invece che Immigrant Song sia un’autocelebrazione. Invece no, non sono loro “Il martello degli Dei”, anche se una famosissima biografia del gruppo scritta da Stephen Davis sarà poi intitolata così.
Il Martello degli Dei era il Mjollnir, il martello di Thor, Dio del lampo e del tuono, che lo usava come arma e che aveva la particolarità di tornare sempre dal suo padrone, come fosse un boomerang. Solo Thor e suo figlio Magni avevano la forza di sollevarlo.
Immigrant Song diventa un brano mito fin dalla sua uscita, nel 1970. Un aneddoto particolare: quando nel 2003, l’attore americano Jack Black teme che gli Zeppelin non gli concedano il permesso di inserirla nel suo film School Of Rock, Black si fa riprendere mentre la canta davanti a una folla adorante e implora Plant, Page e Jones di concedergli i diritti. I tre, divertiti, accettano.
La melodia del brano si ode anche in una scena del film d’animazione Shrek terzo quando Biancaneve (imitando l’urlo di Plant), lancia gli animali della foresta all’attacco di due alberi animati.
Immigrant Song è il brano colonna portante di Led Zeppelin III, uno dei capolavori della band britannica, uscito proprio il 5 ottobre di cinquantaquattro anni fa. Abbandonati, in parte, la durezza dei brani che avevano garantito il successo di Led Zeppelin II (e contribuito a gettare le basi dell’hard rock), Page e Plant rivolgono, come suddetto, la loro attenzione al folk, alla mitologia e ai suoni celtici.
Ne esce un disco definibile come “hard folk”, ispirato e sorprendente, con schegge di durezza in un’atmosfera sognante e lontana.
Led Zeppelin III è l’album che consegna agli annali e alla storia anche un altro grande pezzo della compagine britannica: Since I’ve Been Loving You. E’ stata una delle prime canzoni preparate per l’album. John Paul Jones ha usato un organo Hammond, mentre con i piedi suonava un basso a pedali. Si tratta di una traccia molto suonata nei live e, come riferito dai Led Zeppelin, la più difficile da registrare.
Sono presenti temi ricorrenti nella musica blues come il lavoro massacrante, l’amore per una donna che “fa perdere la testa”, e il tradimento, rappresentato come il suono di una porta che si apre e contemporaneamente un’altra che si chiude.
La canzone mantiene, seppur con qualche modifica, la struttura tipica e piangente del blues. Si possono notare molti motivi e temi ricorrenti sia in molte canzoni blues tradizionali sia in altre canzoni del gruppo, come la delusione amorosa, le lacrime e le immancabili allusioni sessuali ( “Backdoor man” infatti, nel gergo dei musicisti blues, è un riferimento al sesso spesso extraconiugale e per esteso indica un uomo con il quale si ha una relazione meramente sessuale).
Nel brano è possibile sentire il pedale della grancassa di Bonham che scricchiola. Page, in un’intervista, ha detto che “ogni volta che ascoltava quella canzone, sentiva sempre più forte quel rumore fastidioso”.
Il disco va avanti con altri pezzi leggendari, quali Celebration Day e Gallows Pole, dove rientra in maniera decisa e forte il tema folk. La ballata parla di una giovane fanciulla condannata a morte che supplica che qualcuno riscatti la propria libertà. E’il pezzo che più marca all’interno dell’album un cambiamento significativo dello stile della band verso l’acustico, influenzato da un soggiorno di Jimmy Page e Robert Plant in un cottage chiamato Bron-Yr-Aur, nella campagna gallese.
E’ il 1970, è la sperimentazione che trova nuove vie nel ritorno al classico. Nel farlo, gli Zeppelin, si confermano ancora una volta avanguardisti e pionieri di un genere rock che li appartiene sempre di più, convinti e decisi a cambiare il mondo musicale che li appartiene