#TellMeRock, 6 Dicembre 1980: Buon compleanno Litfiba!!

EDITORIALE – Firenze, 6 dicembre 1980.

La scena punk e new wave è in forte crisi, e solo sette mesi prima, il 18 maggio, Ian Curtis, leader dei Joy Division, decide tristemente di togliersi la vita.

Si perde un riferimento importante all’interno del genere musicale, sempre più sovrastato da canzone d’autore, pop emergente e dance proveniente dalla “Febbre del Sabato sera”.

Ma nella città culla del Rinascimento qualcosa si muove. Cinque ragazzi da sempre vicini alle sonorità punk e new wave, si riuniscono spesso in uno scantinato di Via dei Bardi per mettere in note e parole le loro ispirazioni.

I loro nomi? Ghigo Renzulli (chitarra), Gianni Marocccolo (basso), Antonio Aiazzi (tastierie), Ringo De Palma (batteria) e Piero Pelù (voce).

Il loro nome è una sigla, non delle più corte, ma comunque telegrafica, essenziale, diretta. Viene da un vecchio apparecchio telex e dall’indirizzo della suddetta prima sala prove della band: L (prefisso), IT (Italia), FI (Firenze), BA (via dei Bardi). A dir poco ingegnoso ed originale.

L’esordio vero e proprio della band avviene il 6 dicembre 1980, alla Rokkoteca Brighton (che è in realtà un’appendice della casa del popolo di Settignano, vicino a Firenze).

Più volte in questa rubrica vi ho cercato di raccontare aneddoti e album dedicati alla mitica band fiorentina: dalla mitica Trilogia del Potere fino alla tetralogia degli elementi, arrivando persino a quella volta che i Litfiba furono “decisivi” per la nascita del Festival della Taranta di Melpignano.

E’la band che insieme ai Cccp ha salvato il rock in Italia, e influenzato diverse generazioni e generi, soprattutto inerenti alla scena punk e new wave. Sempre dediti alla sperimentazione, Pelù e compagni hanno sempre dato un’impronta personale ai loro brani, tra arrangiamenti “latino americani” mischiati a dure chitarre, e percussioni mediterranee o medio orientali inserite in sonorità punk.

Nel 1982 arriva il loro primo omonimo EP: il sound del gruppo è ancora un misto tra new wave e influenze punk. 

Dopo la vittoria del Rock Festival Italiano, l’anno seguente arrivano il primo 45 giri e il primo album “Eneide di krypton”.

Nel 1985 vede la luce “Desaparecido”, album dalle sonorità etno-wave, considerato la pietra miliare del nuovo rock made in Italy. Il successivo “17 Re” è ricordato come album d’innovazione nell’intero panorama musicale internazionale: uscito in versione doppia, aveva quattro facciate ognuna stilisticamente differente dall’altra. A completare la “Trilogia del potere”, nel 1988 esce “LITFIBA 3”: la band si apre al latin rock e soprattutto al blues, oltre a testi che rivendicano diritti civili e lotta al razzismo e antidittatura.

L’omonimo tour arriva a toccare anche la lontana Russia tanto da portare, oltre alla nascita del Festival della Taranta come suddetto, anche all’addio del bassista Gianni Maroccolo che passò ai C.S.I., e del tastierista Antonio Aiazzi.

Nel dicembre del 1989 esce invece “Pirata” album live nel quale erano inclusi due inediti: è il primo disco d’oro nella storia del gruppo. Dopo l’uscita dal gruppo dei due sopracitati membri e la tragica scomparsa del batterista Ringo, la band cambia sia formazione che sonorità, abbandonando la new wave a favore del latin metal. 

Dal 1990 al 1997 è il periodo della tetralogia degli elementiEl Diablo (Fuoco), Terremoto (Terra), Spirito (Aria), Mondi Sommersi (Acqua): questi 4 album segnano la definitiva consacrazione dei Litfiba sulla scena non solo musicale italiana, ma anche culturale.

Non riesco purtroppo a scrivere del dopo 1997 e dell’epoca Cabo perchè consapevolmente ignorati all’epoca e mai rispolverati poi.

Auguri Litfiba!