#TellMeRock, Eric Clapton MTV Unplugged Over 30 years. La leggenda di Slowhand in chiave acustica

EDITORIALE – Era il 16 gennaio del 1992 quando Eric Clapton, uno dei maestri della chitarra elettrica blues, decise di mettere nella custodia per una sera la sua Stratocaster ed usare una Martin acustica. Il motivo? Registrare, accompagnato da una piccola band, una sessione per lo show ‘Mtv Unplugged’. Un mix di brani propri e standard blues rivisitati da ‘Slowhand’ in chiave acustica. Ne venne fuori un album, “Unplugged”, pubblicato poi nell’agosto dello stesso anno, che vendette qualcosa come 19 milioni di copie nel mondo e vinse sei Grammy Award, tra cui quello come disco del 1992.

Perché rispolverare proprio oggi questo gioiello? A parte che ogni momento è buono per riascoltare simili capolavori ma in particolare, questa sera alle 23, in contemporanea mondiale e come segnalato dallo speaker e storico musicale Luca De Gennaro, su MTV Music Italia, canale 132 e 704 di Sky, la versione restaurata rimasterizzata integrale di Eric Clapton MTV UNPLUGGED “Over 30 Years Later”, sarà ritrasmessa all’interno di una catena di classici che il canale musicale intende proporre anche nelle prossime settimane. Un solo passaggio su tv lineare, e da domani lo trovate in streaming in esclusiva su Paramount+.

Tornando al disco. il periodo a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90 è un momento catastrofico per il musicista: le frequenti ricadute nell’alcol, il coinvolgimento nella morte di Stevie Ray Vaughan e il triste apice raggiunto con la morte del figlio Connor, cantato nella struggente e bellissima Tears In Heaven, portano il leggendario chitarrista a riguardarsi dentro e somatizzare ferite, ispirazione e umori. Clapton entra in scena sotto una veste più posata e meno glamour, per uno show intimo e confidenziale, che assume i toni di una chiacchierata tra amici. Slowhand propone una band collaudatissima, una rassegna di classic blues, i suoi cavalli di battaglia riarrangiati a dovere e qualche inedito destinato a fare scalpore.

I virtuosismi fini a se stessi sono praticamente assenti: ogni assolo è ponderato e utile a enfatizzare il momento. La filosofia di Clapton, quella di concepire le parti soliste di chitarra come linee melodiche di un altro cantante, è sublimata in questo concerto. Non mancano i contributi strumentali dei membri a supporto, cavalli di razza, che hanno modo di impreziosire una serata raffinatissima. Eric alterna la sua storica Martin, a chitarra classica e dobro, per una scaletta molto dinamica, nonostante il mood morbido della serata.

All’interno di questo indovinato palinsesto, spiccano interpretazioni che sono rimaste nella storia del format di MTV. La versione di Layla, proposta in chiave acustica per la prima volta in quell’occasione, è leggendaria.

Running On Faith, è presentata in chiave quasi country; slide alla mano e voce struggente.

La versione di Old Love, scritta a quattro mani con Robert Cray anni prima, spezza il cuore.

Ma il vero fiore all’occhiello della performance è la già sopra citata Tears In Heaven, commovente slow ballad, scritta per la soundtrack del film Rush e dedicata al figlio, morto nel 1991. Il brano è considerato il più grande successo commerciale dell’intera carriera di Clapton.

Il resto del live è uno splendido omaggio al blues acustico, con brani celeberrimi dei grandi padri del genere, come Big Bill Broonzy (Hey, Hey) e Robert Johnson (Walkin’ Blues).

Al fianco di Eric Clapton ci sono i compagni titolari di quel periodo, alcuni dei quali rimasti negli anni, sopravvivendo ai frequenti cambi di organico che il musicista inglese era solito apportare. Una band consolidata ed amalgamata durante le registrazioni e i live degli anni 80. La sezione ritmica è affidata a Steve Ferrone (batteria) e al fedele compagno Nathan East, bassista storico della carriera di Slowhand. L’abile percussionista Ray Cooper arricchisce il tutto e Andy Fairweather Low copre egregiamente il ruolo di chitarrista ritmico. Le parti corali sono affidate a Tessa Niles e Katie Kissoon. Chiude la lista il grande pianista Chuck Leavell, che impreziosisce la serata con le sue performances e regala al pubblico lo stupendo solo finale di Old Love.

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