#TellMeRock, i 47 anni di Lust For Life e quel viaggio da ‘passeggero’ di Iggy Pop verso la Berlino di Bowie

EDITORIALE – Miracolosamente non ucciso dall’ottovolante autodistruttivo degli Stooges e del post Stooges, Iggy Pop è salvato da David Bowie, che lo porta alla RCA e gli fa da padrino sodale e alter ego per i primi due album da solista, entrambi nel 1977:  più cupo e sperimentale The Idiot, più vivace invece Lust For Life, dove l’indole rock’n’roll dello stesso Iggy, autore dei testi, sposa alla perfezione le musiche, brillantemente al passo con i tempi, composte dal mentore Bowie.

Sarà il disco di maggior successo fra quelli pubblicati da Iggy Pop e rimarrà nella storia soprattutto grazie all’accattivante The Passenger.  E’ il brano più crossover di Iggy Pop, amato dal punk ma anche da chi è abituato a percorrere i gusti e le sonorità del pop.

Iggy Pop e David Bowie

Merito di un ritornello con una orecchiabilità irresistibile, di David Bowie ai cori, ma soprattutto di un doppio momento di irripetibile ispirazione in quel fecondo 1977. Il primo è di Ricky Gardiner (membro della band progressive Beggars Opera e session man durante le registrazioni di Lust For Life), che scrisse la musica di The Passenger mentre oziava con la chitarra sotto un albero di mele, in una splendida e calda mattinata, nel campo vicino casa sua.

Il secondo momento è di Iggy Pop, che si innamorò al volo della musica ma che non riusciva a trovare un’ispirazione per il testo.  Gli venne mentre tornava a casa in treno, sulle S-Bahn di Berlino: I am the passenger, and I ride and I ride… Tra i versi anche qualche piccolo rimando a una poesia di Jim Morrison. Strano a dirsi, The Passenger fu pubblicato solo come lato B ma diventò ugualmente un successo planetario.

Durante le registrazioni di Lust for Life, pubblicato il 29 Agosto del 1977, Iggy Pop e Bowie si erano trasferiti a Berlino per disintossicarsi dalle droghe, ma la città che avevano scelto non era proprio l’ideale per dedicarsi a una vita di moderazione.  In una intervista della rivista Q del gennaio 2008, Iggy Pop ha detto: “Si, insomma, vivere a Berlino con Bowie e i suoi amici era un’esperienza. Il grande evento della settimana era il giovedì: chi di noi era ancora vivo poteva strisciare sul divano e guardare finalmente Starsky e Hutch.

Ma ad aprire le danze provvede la title-track, con il suo celeberrimo ritmo martellante. Ideato da Bowie, secondo la leggenda, sulla base del codice Morse che precedeva la trasmissione del notiziario per le forze armate americane di stanza a Berlino; quale che sia la verità, la musica ossessiva, le strofe recitate con tono gaudente dal cantante ed il ritornello contribuiscono a pennellare un brano semplicemente magistrale, ripreso anche nella sequenza di apertura del celebre film Trainspotting. Da notare che alla batteria ed al basso sono presenti Tony ed Hunt Sales, futuri membri dei Tin Machine assieme al Duca Bianco.

Dopo l’epocale pezzo di apertura ci si addentra nel rock acido, ma al tempo stesso elegante di Sixteen, caratterizzata tanto dalla chitarra elettrica, quanto dal pianoforte in sottofondo, che crea un tappeto musicale molto intrigante; Some Weird Sin ripropone parte dell’ossessività ritmica già sperimentata in Lust for Life, condendo il tutto con chitarre sempre brillanti e coinvolgenti, suonate da due eccellenti musicisti quali Carlos Alomar e Ricky Gardiner.

Tonight è Bowie allo stato puro nel suo incedere pop, nobilitato da un assolo stupendo della chitarra; il Duca, sette anni dopo, ne farà un rifacimento in chiave dance nell’omonimo (non eccezionale, a dire il vero) album, accompagnato dalla splendida voce di Tina Turner ma la versione contenuta su Lust for Life, almeno per una volta, vince. Success vede l’Iguana mutare ancora una volta le sue squame per regalarci un simpatico, godibilissimo brano glam rock e poi di nuovo, nella lunga, stratificata Turn Blue: qui il nostro spazia indifferentemente fra passaggi soul, atmosfere alla Lou Reed e passaggi stonesiani, in un crescendo indimenticabile. Neighborhood Threat, così come Tonight aveva anticipato il synth-pop, si fa precorritrice del post-punk, con un pezzo tagliente magistralmente composto, per poi accompagnarci verso il gran finale, rappresentato da Fall in Love With Me, un brano quasi rock ‘n’ roll baciato, ancora una volta, da uno splendido lavoro dei musicisti coinvolti.

Come detto, Lust for Life è un capolavoro: un disco che contiene due brani senza tempo, ma che sarebbe anche terribilmente ingiusto considerare soltanto “l’album di Lust for Life e The Passenger: come abbiamo visto, l’istrionismo del cantante classe 1947 e l’innegabile abilità, compositiva ed esecutiva, dei musicisti coinvolti ha prodotto un gruppo di canzoni variegate, ricche di sfumature, ma accomunate dall’elevatissimo livello qualitativo. Come detto, pur risultando alla fine il maggior successo commerciale dell’Iguana, il disco non sfonderà davvero, nonostante l’indubbio potenziale; il cantante, successivamente, tenterà di emanciparsi dalla preziosa, ma ingombrante figura di David Bowie (con il quale comunque tornerà a collaborare), producendo un altro eccellente album come New Values nel 1979, ma entrando poi in un’altalena fra dischi convincenti ed altri decisamente meno ispirati.

Eppure, a distanza di quarantasei anni da Lust for Life, Iggy Pop continua a scrivere musica, a tratti di squisita fattura ed a calcare i palchi di tutto il mondo, ancora ebbro -e sia benedetto per questo- di una sfrenata sete di vita.