EDITORIALE – Primo singolo del 1978, pubblicato il 19 maggio, e prima esplosione dei Dire Straits i quali dimostrano sin da subito di non voler tenere fede al proprio nome, che significa letteralmente ‘Tempi Duri’.
L’idea venne a Mark Knopfler a Ipswich, in una serata piovosa. Prima di andare a dormire entrò in un locale dove una band molto mediocre stava finendo il suo set. Nel disinteresse generale , il cantante salutò il pubblico dicendo: “Good Night and thank you, we are the Sultans Of Swing” .
Un nome decisamente pomposo per un gruppo insignificante, Knopfler tenne il nome e non lo stile, nel brano non c’è traccia di swing e raccontò cos’era successo quella sera .
Il chitarrista di questo gruppo si chiamava George, proprio come nella canzone: “Penso fossero davvero sorpresi di avere un pubblico di tre o quattro persone – ha aggiunto il musicista – ricordo di aver chiesto loro di suonare Creolo Love Call o Muskrat Ramble e penso si stupirono molto che qualcuno nel pub conoscesse davvero qualche canzone”. Secondo Mark Knopfler, se i Sultans of Swing non hanno avuto successo c’è un motivo ben preciso: “Il problema con molte band che fanno Dixieland jazz è che suonano tutti quegli assoli di Louis Armstrong e secondo me non è quella la strada migliore da seguire”. Se non per altro, quella band di periferia ha avuto il merito di ispirare il chitarrista per una delle più belle canzoni dei Dire Straits.
Knopfler amava essere ispirato dalla gente che vedeva in strada, osservava e riportava in musica le immagini e le sensazioni e quella band in qualche modo lo aveva divertito e colpito, tanto di decidere di immortalarli e, col senno di poi, dar loro la gloria che non erano riusciti ad ottenere con i propri mezzi.
Quella frase lanciata dal cantante dei Sultans Of Swing in pasto a quei pochi spettatori pieni di birra, saranno stati quattro o cinque, con una convinzione o almeno una mancanza di ironia totale aveva sorpreso Knopfler che disse: “Sultans of Swing, e non avevano davvero nulla a che vedere con i Sultani, erano tutto fuorchè quello. Erano più dei tizi annoiati con addosso un pullover“. Sulla strada verso casa Knopfler continuava a pensare a quella band sgangherata e una volta rincasato nell’appartamento che condivideva con suo fratello minore David e il bassista John Illsley, scrisse una canzone per la band che aveva appena formato, i Dire Straits.
Knopfler cominciò subito a lavorare alla canzone alla chitarra acustica prima di passare alla Fender Stratocaster. Non appena comprai la mia prima Stratocaster nel 1977 – racconta il leader dei Dire Straits – la mia visione sulla canzone cambiò del tutto, anche se i versi sono rimasti gli stessi. Nel momento in cui l’ho suonata su quella Strat del ’61, il brano è risorto, ha preso vita. Quella è rimasta la mia chitarra principale per molti anni ed è praticamente l’unico strumento che ho suonato su tutto il primo album. E’ riuscita a mettere tutto al posto giusto”.

Nel luglio dello stesso anno i Dire Straits, che erano ancora alla ricerca di un contratto discografico, entrarono in un piccolo studio di registrazione per registrare una demo da cinque tracce che includeva anche Sultans Of Swing e la consegnarono ad un DJ londinese, Charlie Gillett che la amò a tal punto da dire: “Suonerò questa canzone fino a quando qualcuno non offrirò un contratto a questi ragazzi”.
La primissima versione del brano, però, era completamente diversa, mancava di quel guizzo che l’avrebbe resa immortale, tanto che lo stesso Knopfler avrebbe poi definito la stesura iniziale come noiosa. “Un giorno Mark venne da me e mi disse, ‘Ricordi quella canzone con cui stavo giocando l’altro giorno? Ho rifatto completamente la struttura degli accordi’ – ha raccontato Illsey – Quando l’ha suonata era niente male, è tutto incredibilmente semplice, è il modo in cui suona che la rende intrigante, è quel ritmo della chitarra che gira su una sezione ritmica semplice”.
Curiosità: quando Mark canta “A band us blowing Dixie playing double four time”, non significa che ha suonato otto volte. Il Dixie Double è uno stile, reso popolare da Django Reinhardt, dove gli strumenti suonano al doppio della velocità.
Sultans Of Swing è una delle canzoni di punta dell’omonimo album di debutto dei Dire Straits, uscito poi il 7 ottobre del 1978. Grazie a ingegnosi fill ( i “rimandi” tra voce e chitarra) e assoli che mescolavano attenzione alla melodia, grazie alla tecnica fingerpicking (tecnica usata per chitarra classica, folk ed elettrica che consiste nel toccare le corde direttamente con le dita, senza uso di utensili intermedi quali il plettro), è anche uno dei brani tipici dello stile della band e del modo di suonare di Knopfler.
Nel giro di pochi mesi e grazie al supporto di Gillett i Dire Straits furono contattati dalla Phonogram che li mise in un nuovo studio di registrazione, questa volta con un produttore e un ingegnere del suono, ma per qualche strano motivo non si riusciva a rendere Sultans Of Swing migliore della versione demo, tanto da pensare di pubblicarla ufficialmente così.
Quando la band riuscì a venirne a capo, Sultans Of Swing fu pubblicata come primo singolo dei Dire Straits proprio 47 anni fa ma, nonostante l’apprezzamento della stampa, non riuscì ad entrare in classifica.
Bisognerà aspettare un anno dopo, quando venne pubblicata nuovamente dopo l’uscita dell’album “Dire Straits”, per vederla schizzare nelle classifiche pop americane. La BBC, in un primo momento scettica, decise di seguire il successo oltre oceano e iniziare a suonare in radio la canzone, così Sultans Of Swing finì per entrare sia nella classifica Top 10 UK che in quella USA spianando la strada al successo dei Dire Straits.