EDITORIALE – L’epopea del soul e della disco music più corpulenta di sempre è appena all’inizio: eppure con questo nuovo lavoro siamo già ai margini della leggenda!
“Can’t Get Enough” di Barry White, pubblicato il 6 agosto del 1974, è un gran bel disco, si potrebbe dire… se non si trattasse di un appellativo decisamente troppo morbido per un full-lenght che può vantare “My First, My Last, My Everything” nelle sue fila. Anzi, non fosse per “I can’t Believe You Love Me”, pezzo gradevole per i primi 2-3 minuti, ma dopo un po’ al limite dell’insopportabile, potremmo parlare senza problemi di un disco perfetto!
Se invece si ascolta il resto del campionario proposto in questo LP il risultato è eccellente! “My First, My Last, My Everything” è uno dei pezzi più belli mai scritti, come già detto: l’apertura di violini che lancia un beat saltellante, allegro ed elegante, con dei tagli (delle autentiche chicche!) strepitosi, regge la voce calda di The Man quasi si trattasse di un preziosismo: siamo al cospetto del capolavoro assoluto di Barry White!
Peter Sterling Radcliffe originariamente scrisse You’re the First, The Last, My Everything come canzone country, con il titolo You’re My First, You’re My Last, My In-Between, che però rimase inedita per 21 anni. Barry White la registrò nella sua versione disco e riscrivendo in parte il testo.
Il brano fu il quarto di White ad entrare nella top ten della Billboard Hot 100 raggiungendo la seconda posizione. Il singolo inoltre rimase per una settimana in vetta alla classifica Billboard Hot Soul Singles. Il singolo ebbe una ottima accoglienza anche in Europa, entrando nella top ten di Regno Unito come prima per due settimane e settima in Austria e Svizzera. La canzone è apparsa numerose volte in film e serie televisive, nello specifico in diverse puntate di Ally McBeal e nella colonna sonora del film Che pasticcio, Bridget Jones!.
“Can’t Get Enough of Your Love, Babe”, altro pezzo d’antologia di White, si assesta ottimamente in quella scia di successi, in quel sound peculiare, che ha fatto (e tuttora fa) innamorare gli amanti del soul già 30 anni fa.
Alla fin fine “Can’t Get Enough” è un lavoro non solo molto piacevole- a parte l’eccezione di cui sopra- ma fondamentale da un punto di vista storico. Anche chi non fosse d’accordo, di sicuro non potrà che concordare sul fatto che un pezzo come “My First, My Last, My Everything” valga da solo un’intera carriera!