EDITORIALE – L’album più sperimentale e intenso della discografia dei Dire Straits.
Visto il successo del suo predecessore ci si aspettava un album sulla stessa linea compositiva e strutturale, ma invece Knopfler (nel pieno del suo apice compositivo) decide di sfruttare lo status raggiunto con Making Movies per concepire un album libero dalle rigide regole del mercato musicale. Una scelta che pagherà comunque dal punto di vista commerciale (l’album arriva in prima posizione nella Uk Album Chart) nonostante la durata media dei brani sia sui sette minuti e le composizioni siano solo cinque, insomma un disastro commerciale annunciato per qualsiasi band, ma qui si parla di fuoriclasse.
Si perché Love Over Gold, pubblicato il 20 Settembre del 1982, annuncia in un certo qual modo la poesia e melodia del futuro Brothers In Arms, coglie sonorità rock che ipnotizzano e coinvolgono l’ascoltatore, sparando soli cinque colpi. Pochi, precisi e immortali.
Telegraph Road con i suoi 14 minuti e oltre di durata, è un brano complicato e struggente, dove si alternano parti più rilassate a momenti più duri, caratterizzati da tre soli di Knopfler di rara bellezza ed impreziositi dalle parti di piano di Alan Clark, il tutto viene suggellato da un finale strumentale evocativo che fa sentire l’ascoltatore testimone della grandezza della natura e dei suoi elementi (si sentono in sottofondo dei suoni di tuoni). La canzone venne ispirata da un viaggio di Knopfler sulla highway statunitense U.S. Route 24 (più nota come “Telegraph Road”) e dalla lettura del romanzo I Frutti Della Terra (Knut Hamsun), dove si narra dello sviluppo graduale di una città fondata nella natura selvaggia da un viaggiatore solitario.
Il singolo Private Investigations è un caso più unico che raro dato che riesce a raggiungere l’apice delle classifiche nonostante la lunga durata e la struttura priva di un vero e proprio ritornello, ma a compensare queste caratteristiche poco semplicistiche, ci pensano le delicate note del piano e i fraseggi tra chitarra classica e marimba, più le pulsazioni del basso che, per quanto semplici, danno un tocco da colonna sonora per un testo oscuro, “Scarred for life, no compensation, private investigations”.
I toni si fanno meno seri con Industrial Disease, brano dalla forte connotazione politica con un tono di chitarra davvero originale, il tutto su una base rock’n’roll classica farcita di sintetizzatori che fanno la loro prima comparsa nella discografia della band proprio in questo album.
Si ritorna su toni soft con la title track dell’album caratterizzata da influenze jazz e impreziosita dal vibrafono di Mike Mainieri, dove nel testo viene ritratta una giovane pattinatrice su ghiaccio “You’re a dancer on thin ice”, che in realtà nasconde la metafora che paragona la fragilità del ghiaccio alla fragilità emotiva della protagonista, finale strumentale emozionante con botta e risposta tra chitarra classica e vibrafono.
It Never Rains chiude l’ album con un crescendo che parte dai toni pacati arrivando progressivamente a una chiusura incentrata sulla chitarra dal suono aspro e dissonante, uno dei momenti migliori del disco che va a chiudere nel migliore dei modi il capolavoro dei Dire Straits.
Esiste una traccia che è stata esclusa dal disco nella fattispecie Private Dancer, portata alla ribalta in seguito da Tina Turner e accantonata forse per qualche assonanza con delle parti del brano Love Over Gold, anche se a me piace pensare che il motivo sia da ricercare nella struttura leggermente scontata del brano, rispetto agli standard delle altre composizioni.
Ironicamente lo “scarto” di Love Over Gold, diventerà uno dei singoli di maggiore successo della Turner.