EDITORIALE – C’è sempre qualche interrogativo o prova di maturità quando si celebra una maggiore età. E poco importa se essa sia prettamente anagrafica o discografica.
Oggi, purtroppo solo virtualmente, rifaccio un salto a Torino e provo a parlarvi di un album che più di ogni altro è riuscito a riprendere le atmosfere e le movenze”groove” della città della Mole.
L’11 gennaio di ventitré anni fa, Amorematico dei Subsonica ha fatto comprendere all’Italia intera e non solo, l’aria innovativa che si respirava in quei primi anni 2000, quando tra i portici di Via Roma o le fontane di Piazza Castello, Torino si ergeva a diventare la nuova capitale “sonora” italiana.
Si, perché va bene la sperimentazione e il mettersi in discussione con nuovi sound, ma Amorematico, terzo album dei Subs, è davvero un manifesto importante di quello che è forse l’esame di maturità della band torinese. Si segue la scia elettronica e underground dei primi due album, Subsonica (1997) e Microchip Emozionale (1999), ma questa volta Casacci e co., prendono le influenze dell’elettropop d’oltralpe, infatti in brani come “Dentro i miei vuoti”, “Eva-Eva” e, soprattutto, Ieri”, in più d’un punto sembra di sentire gli Air di 10.000 hz Legend.
Amorematico riprende anche tracce di quel mainstream tanto caro ai conterranei “Casino Royale”, con quelle impronte maturate nelle serate passate tra i Murazzi e Piazza Vittorio, prendendo spunto da ciò che era ed è la Torino notturna.
Ma questo disco, che per me è l’apice del lavoro dei Subsonica per molteplici e personali motivi, è un continuum di emozioni che varia dalle sonorità tipiche elettroniche fino agli scenari nostalgici della provincia piemontese, cantata in maniera magistrale in Nuvole Rapide e portata in video in modo sublime. La canzone descrive l’indecisione nell’affrontare una separazione. Comunicare la fine di un rapporto non è semplice e provoca strascichi di sofferenza ma che poi passano. La chiave nell’intraprendere questo percorso è proprio ricordarsi che anche la sofferenza, il freddo passa in un attimo.
La canzone fa parte della colonna sonora del film Santa Maradona, con protagonista l’indimenticato attore Libero De Rienzo.
La band torinese piazza anche due colpi importanti a livello di collaborazioni: prima chiamando i Krisma ad intervenire su “Nuova ossessione” per valorizzare musicalmente il pezzo. Il singolo viene inizialmente lanciato come CD promozionale per le radio. In seguito all’ottimo riscontro di pubblico, il brano viene inserito nel successivo singolo estratto dall’album.
Ma come già detto, la sperimentazione è viva e continua, un fiume in piena. E così i Subsonica si avvalgono della collaborazione di Rachid, rapper marocchino che ‘sgrana versi in arabo’ tirando fuori un pezzo di denuncia secco e graffiante del calibro di Gente Tranquilla
I ritmi atmosferici quasi cadenzati e sussurrati in ogni arrangiamento dei 14 brani vedono l’impronta del dj Roger Rama, abile a disegnare un solco che consegna i Subsonica alla loro Torino misteriosa e affascinante. Prova evidente se ne ha in brani come la suddetta Nuvole Rapide e Sole Silenzioso.
Mammifero e Albascura fanno a pugni con l’attualità di quegli anni, in modo deciso e diretto, ma allo stesso tempo in maniera ironica. Ed è qui che la band cambia il corso di ciò che era la “strada” e si prende l’intero panorama che lo circonda, uscendo dai vicoli e mostrandosi attenta a ciò che accade fuori.
Non è un disco di rottura, anzi, in Amorematico la formazione decide di variare la proposta, a conferma di un percorso di ricerca e di continua evoluzione dovrebbe essere prerogativa di ogni gruppo. Non lo fa in maniea netta, ma in perfetto stile Subsonica, cioè in modo sperimentale e innovativo.
E’ il disco della maturità, della ripresa di un luogo o di un posto, di ciò che è l’identità umana e significativa di una band che, possa piacere o meno, non ha mai smesso di mettersi in gioco.
Ed è per questo che, dopo ventitré anni, Amorematico resta un disco fondamentale e innovativo per il rock italiano e non solo…