Terremoto centro Italia, 3 anni dopo: Arquata per un mese torna “alla normalità” con la Festa Bella.

EDITORIALE – Erano le 3:36 del 24 agosto 2016 quado una scossa di 6° ha fatto registrare 299 vittime nei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Da quella data il centro Italia non è più lo stesso e la situazione si è aggravata con le numerose scosse successive, tra le quali ricordiamo quelle del 26 ottobre in provincia di Macerata e il 30 ottobre sempre nel 2016 a Norcia e Preci nel perugino. Sono passati più di mille giorni ed è impossibile dimenticare l’insostenibile preoccupazione di quei giorni, le testimonianze di solidarietà giunte da tutta Italia, da tutto il Mondo. Solidarietà partita anche da molti comuni lucani, perché questo popolo ha ben presente il significato e vive ancora la solitudine e le problematiche della scossa e del post terremoto del 23 novembre 1980.

Quei piccoli borghi non saranno più gli stessi, nel terzo anniversario c’è chi organizza le fiaccolate della memoria e chi come Spelonga di Arquata la Festa Bella. Gli arquatani, una comunità di passione molto stimata anche dai laurioti –chi per rapporti di amicizia universitaria, chi per rapporti di lavoro post terremoto- ha deciso con forza di “tornare alla normalità” organizzando la loro tradizionale festa che si tiene ogni 3 anni e con maggiore dedizione e forza affinché, almeno per il mese di agosto, t almeno in apparenza torni alla regolarità. La manifestazione si svolge ogni tre anni per l’intero mese di agosto nella quale tutta la popolazione celebra la “Festa Bella” per ricordare la battaglia di Lepanto del 1571: nella piazza del paese viene ricostruita la sagoma di una nave, con un albero maestro di circa 30metri -tagliato e trasportato a piedi per tre giorni dal Bosco del Farneto da oltre 100 spelongani- sul quale svetta una copia della bandiera turca che secondo la tradizione fu riportata in paese più di quattrocento anni fa.

Alzata – Festa Bella 2019. Foto di Enrico Beghelli

Molti arquatani sono andati via, chi ad Ascoli chi a San Benedetto, molti hanno deciso di rimanere e di abitare nelle casette, nei “borghi” in attesa che qualcosa cambi, molti uffici sono nei container, molti altri aspettano ancora una sistemazione provvisoria. La solidarietà da sola non basta, non è minimamente sufficiente a soddisfare tutti i bisogni di questa comunità. Lo Stato manca e questo accade perché ha deciso che debba esser la mano della burocrazia a governare il processo. Questo accade anche negli altri borghi del centro Italia e in tutte le altre comunità in cui si è verificata un’emergenza di questo tipo, forse, ma solo forse in Emilia qualcosa è andato meglio

Festa Bella 2019

Alzata dell'albero – Festa Bella 2019

Pubblicato da Festa Bella Spelonga su Lunedì 19 agosto 2019

Ho avuto la fortuna di conoscere molti arquatani e di poter visitare e vivere il borgo ai piedi del Vettore più volte e rivivo nei racconti l’euforia, l’entusiasmo, la passione e la forza che tutti i spelongani impiegano nel riportare attraverso un’azione contemporanea e coordinata delle sole braccia di tutti gli uomini delle “coppie”, sulle “stanghette” l’albero dal bosco al centro della piazza. E con la medesima determinazione e caparbietà in cui negli anni della grande guerra in assenza degli uomini, perché impegnati al fronte, furono le donne a non far perdere questa tradizione. Con tutte queste premesse, insieme a coraggio e speranza vi dico “Oh Forza” come ritma il “Capo Palo” quando deve guidare il trasporto e le manovre dell’albero maestro. Ecco, cari arquatani, una via maestra esiste: perseguitela. Nei vostri occhi e nei vostri cuori si sprigiona tanto amore per il vostro territorio e questo è un bene per il futuro di questi fantastici borghi.

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