EDITORIALE – Ahia!, pubblicato nel 2020, è il romanzo d’esordio di Riccardo Zanotti, frontman dei Pinguini Tattici Nucleari. Il titolo, curioso e icastico, rivela la convinzione dell’autore: partendo dal pensiero che secondo il dio cristiano all’uomo basta una sola parola per salvarsi, quella parola, afferma Zanotti, potrebbe essere proprio Ahia!. Una parola, una smorfia, un’esclamazione che descrive inconsapevolmente un’infinità di emozioni e sentimenti.
Il protagonista, Giovanni Cerioni, è un giovane ingegnere cresciuto senza conoscere l’identità del padre. La madre Milly sul letto di morte gliene rivela il nome: suo padre è Fabrizio Santi, famoso cantautore degli anni ’80. Milly dà inoltre al figlio il compito di trovare l’uomo e convincerlo a partecipare all’imminente funerale. Particolarmente spiazzante e coinvolgente è la descrizione delle esequie, paragonate a una funzione matematica dove l’unico a recepire le parole del prete è proprio Giovanni. Emerge, infatti, in mezzo alla passività e al disinteresse altrui, il forte legame madre-figlio.
L’autore descrive con attenzione l’intricata stradina di montagna che conduce a Soterio, un paesino di poche anime dove l’aria che si respira è in realtà nebbia. Una nebbia che costringe a vivere vicini, facendolo però di nascosto. Un posto da esaltare, perché occorre sempre santificare i luoghi in cui le cose importanti della vita sono nate e dove, spesso, si ritorna.
Le pagine che Zanotti regala accolgono le insicurezze e le paure del lettore, abbracciandolo e coccolandolo. Non mancano, però, soprattutto nella parte conclusiva del libro, attimi che lasciano con il fiato sospeso.
Quella di Ahia! è una trama segnata dal confronto generazionale, intenso e difficile, tra padre e figlio, diversi tra loro, ma uniti dalla passione della musica. Tante le immagini e le scene che trasmettono riflessioni sul destino, sulla vita e sugli istanti che mettono in subbuglio la routine. Si tratta di frammenti che ti scaraventano in luoghi in cui mai avresti pensato di andare, perché come afferma Zanotti “il destino, proprio come un Theremin, non va mai toccato; va solo ascoltato”.