MARATEA (PZ) – “Noi sottoscritti cittadini di Maratea riteniamo che lo stato di avanzato degrado in cui versa il Monumento del Cristo Redentore della città di Maratea, all’interno e all’esterno, nel complesso e nelle singole parti, ESIGE un intervento straordinario per NECESSITÀ e URGENZA, pena la perdita dell’importante e insurrogabile “BENE CULTURALE”. Molti sono stati i solleciti in merito rivolti all’ Ente Comunale che è proprietario del Monumento avendone accettata la donazione dal Conte Stefano Rivetti con Delibera del Consiglio Comunale n. 108 del 1963. Tra le tante note di richiesta di intervento, si cita per la documentazione, anche quella della Presidente della Fondazione “Cristo Redentore Maratea” del 20 settembre 2020″. Lo scrive Elena Schettini, esponente del Pd marateota e cittadina da sempre impegnata sulle tematiche politiche, sociali e culturali della Perla del Tirreno la quale, attraverso una missiva inviata al sindaco di Maratea, alla Soprintendenza e alla Fondazione “Cristo di Maratea”, ha lanciato una petizione on line per la salvaguardia dell’iconico monumento marateota. (Clicca qui per firmare)
“A tutt’oggi non c’è stato segno di intervento, eppure trattasi di un monumento “Vincolato” ovvero sottoposto per legge a tutela, essendo stato riconosciuto “Bene Culturale” ai sensi dell’ articolo 10, comma 1, del D.Lgs. del 22 gennaio 2004 n. 42; con decreto della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Basilicata n.47 del 23 giugno 2022″, spiega e conclude la Schettini.
La denuncia del Cseres: “Il Cristo di Maratea è in pericolo”
“Negli ultimi mesi ci sono stati molti avvertimenti di pericolo per la statua del Cristo di Maratea”, simbolo della Perla del Tirreno. Pezzi del monumento caduti a terra. Molti sono a conoscenza della situazione ma non si conoscono interventi di tutela e messa in sicurezza”. E’ la denuncia del Cseres (Centro studi e ricerche economiche e sociali), espressa in un comunicato diffuso dall’ex consigliere regionale della Basilicata e sindacalista, Pietro Simonetti.
“Nella frenesia di premi da ottenere, di targhe e premi da distribuire, nella vacuità dei contenuti – ha proseguito Simonetti – non si affrontano questioni importanti come questa e tanti altri ad esempio la bonifica della ex Pamafi oppure l’uso ottimale di Villa Nitti restaura dopo oltre 40 dall’acquisizione da parte della Regione. Per non parlare del disastro della frana di Castrocucco e della chiusura di molti siti alberghieri e dei presunti investimenti milionari in strutture alberghiere realizzate dal conte Rivetti. Solo spot e reclame”.
Secondo Simonetti, “forse è giunto il tempo di passare dalla reclame, dalle spese di eventi inutili, dalla contemplazione dei fasti meno recenti e passati alla programmazione degli interventi che contribuiscano a tutelare il patrimonio del territorio e rilanciare l’offerta dei servizi ed altro. E’ difficile, va fatto”, ha concluso il rappresentante del Cseres.