Coronavirus, una petizione online per sostenere le Partite IVA. Parla Nicodemo

Dopo l’emergenza sanitaria l’Italia dovrà fare i conti con un’altra emergenza che già inizia a farsi sentire, quella economica. Le misure varate dal Governo e quelle richieste dall’Italia all’Unione europea possono essere degli strumenti importanti per arginare la crisi e rigenerare la nostra economia . A farne le spese saranno sicuramente le fasce più deboli, i precari, i lavoratori a nero, le partite IVA per le quali non sono state strutturate misure di sostegno. Per questo Francesco Nicodemo, consulenti di comunicazione e digital strategist con partite IVA, ha dato vita alla petizione online “#AiutaUnaPiva: sosteniamo chi ha più bisogno”.

Nel testo della petizione si legge che “Il Coronavirus non è solo un’emergenza sanitaria, ma sta colpendo in maniera drammatica imprese e lavoratori. Ognuno deve fare la propria parte e il Governo ha varato il Decreto Cura Italia con alcune misure a sostegno dell’economia italiana. Tra queste anche: ‘è riconosciuto un indennizzo di 600 euro, su base mensile, non tassabile, per i lavoratori autonomi e le partite IVA. L’indennizzo va ad una platea di quasi 5 milioni di persone: professionisti non iscritti agli ordini, co.co.co. in gestione separata, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, lavoratori del settore spettacolo, lavoratori agricoli; è istituito un Fondo per il reddito di ultima istanza con una dotazione di 300 milioni di euro come fondo residuale per coprire tutti gli esclusi dall’indennizzo di 600 euro, compresi i professionisti iscritti agli ordini’. Non tutti i lavoratori di queste categorie sono nelle medesime condizioni. Noi non siamo tutti uguali. C’è chi sta soffrendo di più gli effetti dell’emergenza Coronavirus, e chi invece, per fortuna meno. E chi ha di più in questo momento, chi è meno colpito nella sua attività lavorativa, deve fare la sua parte”. “Qui la mia proposta: dare la possibilità a chi non ne ha bisogno di rifiutare il bonus e di “donarlo” a chi invece è in difficoltà. Come si può fare? Ad esempio creando un fondo di solidarietà in cui raccogliere gli indennizzi rifiutati, per poi redistribuirli seguendo criteri di reddito e di calo dell’attività lavorativa”. Attualmente la petizione è stata firmata da 36.607 persone (l’obiettivo è 50 mila adesioni).

Abbiamo intervistato l’autore, Francesco Nicodemo.

Con Natale De Gregorio avete lanciato una petizione online per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sulle misure da adottare per sostenere le Partite IVA in quella che si presenta come la più grande crisi economica dopo il 2008. In cosa consiste la vostra proposta?

Questo virus sembra democratico per come colpisce indistintamente. Purtroppo, dal punto di vista sociale non è equo per niente. La nostra proposta parte proprio da questa riflessione, non tutti i lavoratori sono uguali davanti al virus. C’è chi sta soffrendo di più gli effetti dell’emergenza Coronavirus, e chi invece, per fortuna meno. E chi ha di più in questo momento, chi è meno colpito nella sua attività lavorativa, deve fare la sua parte. Ci piacerebbe poter dare la possibilità a chi non ne ha bisogno di rifiutare il bonus, e di “donarlo” a chi invece è in difficoltà.

E basta una petizione online?

Assolutamente no, ma la petizione ha riscontrato un buon successo e questo serve ad accendere i riflettori sul tema e a capire che esiste una platea di interessati. Parallelamente abbiamo iniziato a coinvolgere vari interlocutori istituzionali, che devo dire si sono subito attivati per trasformare la nostra proposta in un emendamento.

Fino ad ora chi vi ha dato ascolto?

Una buona parte del Partito Democratico, da Andrea Orlando a Debora Serracchiani. Il Senatore Tommaso Nannicini ha presentato l’emendamento, ma tanti altri ci hanno dato disponibilità a sostenerlo. È una misura a costo zero che rende più equo il bonus per autonomi, partite IVA e lavoratori stagionali. In questo momento difficile è importante comportarsi da comunità, con la massima solidarietà. Speriamo bene

C’è una riflessione più ampia da fare quando parliamo di Partite IVA. La politica ha sempre annunciato grandi azioni a sostegno dei professionisti italiani ma, nei fatti, poco si è concretizzato. Può essere questa crisi il vero game changer?

A memoria, credo questo sia il primo vero bonus dedicato a una categoria che, finora, è stata tenuta fuori da ogni tipo di welfare. È chiaro, non basta. Serve maggiore attenzione e tutela per gli autonomi e le Partite IVA che, in un mondo del lavoro sempre più fluido, si preparano a diventare il quarto stato del nostro Paese.

Allarghiamo per un attimo il campo visivo: l’Europa. L’intervento di Draghi ha smosso le acque del dibattito politico italiano ed europeo, ma le resistenze degli stati nazionali rischiano di franare tutto. Servono subito Eurobond per affrontare questa crisi e per non far morire l’Europa. L’alternativa qual è?

 La crisi può essere il vero game changer anche e soprattutto se allarghiamo il campo visivo. Per me il mondo che abbiamo conosciuto dal secondo dopoguerra ha i giorni contati. Si tratta di ripensare il paradigma economico e di sviluppo. Come ha detto Harari, in questa crisi modelliamo il mondo di domani. Non abbiamo tempo per adattarci, questo è un cambiamento che ci travolge, per questo le istituzioni sono chiamate a scelte coraggiose. Da europeista convinto dico che la nuova Europa o si fa ora o mai più.

Draghi o Conte, sicuramente la politica italiana si trova ad un punto di svolta. Sarà un reset o un restart?

Lo dico spesso e lo rivendico. Conte mi sta sorprendendo per come sta gestendo una crisi mai vista prima. Incrocia bene il gradimento degli italiani, nonostante qualche pecca comunicativa che, però, è comprensibile e non va strumentalizzata in un momento di difficoltà globale come questo. Certo, Draghi è Draghi, sono un “Draghisessuale” dichiarato. Ma proprio per questo eviterei di lanciare una figura così importante come se fosse uno spin comunicativo di qualche parte politica in difficoltà. Sarebbe un delitto bruciare una riserva della Repubblica sul teatrino della politica italiana.