Una sentenza boccia e condanna le teorie anti 5G

La Corte distrettuale dell’Aja ha respinto il ricorso intentato dal gruppo Stop5GNL che aveva chiesto lo stop all’installazione delle antenne 5G . La sentenza della Corte ha inoltre condannato il gruppo Stop5GNL al pagamento delle spese legali. A sostegno della motivazione della Corte anche le osservazioni degli esperti a partire dalle recenti linee guida dell’Icnirp sulle radiazioni non ionizzanti secondo cui quelle emesse dal 5G rientrano già nella regolamentazione della Commissione europea e che dunque non evidenziano particolari criticità in merito alle frequenze in uso (perlopiù identiche a quelle delle altre generazioni mobili) né sulla nuova porzione di banda di frequenza, la 26 GHz che sarà utilizzata per garantire il segnale 5G indoor in grandi strutture (dagli aeroporti ai centri commerciali ad esempio).

Secondo il giudice non esiste alcun valido motivo per interrompere la realizzazione delle nuove reti.La Corte ha altresì evidenziato che “non c’è alcuna ragione” per mettere in dubbio le rilevazioni dell’Icnrip. E che lo Stato agisce sulla base anche delle indicazioni del Consiglio nazionale della Salute e del Rivm – il National Institute for Public Health and the Environment.

Secondo il tribunale la politica dello Stato olandese è determinata sulla base della consulenza di esperti e delle linee guida dell’Icnirp, un istituto specializzato sugli effetti sulla salute e sull’ambiente delle cosiddette ‘radiazioni non ionizzanti’. Tale istituto ha concluso che, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, non vi sono rischi per la salute se l’esposizione ai campi elettromagnetici rimane al di sotto dei limiti prescritti. E le misurazioni effettuate dall’Agenzia delle telecomunicazioni dimostrano che l’esposizione al 5G è ben al di sotto di questi limiti, riferisce il sito Nltimes.nl.

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