Una sfida di modernità per i lucani, scegliere “Sud e magia” di De Martino anziché “le maschere” di Halloween

EDITORIALE – Da un po’ di tempo è sbarcata nelle nostre comunità inquinate di consumismo, una festa di origine celtica, di tradizione prettamente anglosassone, diffusasi negli Stati Uniti ed esportata a uso e consumo della società globalizzata. Il 31 ottobre, giorno di Halloween, è stato scelto anche come ricorrenza esoterica e celebrazione principale dei satanisti. Condannata da tutti gli esorcisti è invece accettata da molti cristiani che dimenticano quanto sia significativo il giorno successivo, quello di “ognissanti”, e quanto possa essere utile spiegare ai più piccoli il senso della “pietà” per i defunti e la memoria.

Chi prova a sollevare la drammaticità della messa in discussione delle nostre tradizioni, soprattutto religiose, oggi viene indicato come anti-moderno. Quando, in vista di Halloween si prova a ridare valore alle nostre radici cristiane, l’accusa di cattolico bigotto è bella e pronta. Dunque, fermo restando che l’agiografia e le Vite dei Santi sono ancora oggi un elemento vivissimo, dinanzi a una ricorrenza che celebra morte e tenebre, prevale un altro approccio: quello della superficialità. Tanto vale prendersi un altro momento di divertimento, meglio non pensare, meglio non sapere. Meglio un’altra festa per una storia sui social.   

Se l’opposizione a chi critica Halloween è l’accusa di fondamentalismo cattolico e Halloween diventa una bandiera della laicità, non mancano certo risposte laiche.

Nel 1959 un etnologo napoletano, Ernesto De Martino, pubblicava con Feltrinelli una ricerca antropologica sul meridione d’Italia. “Sud e Magia” è divenuto nel tempo un vero libro cult. Oggi rappresenta un punto di riferimento per chiunque voglia capire una parte della storia sociale del sud Italia. Il campo di indagine prediletto per questo monumento della letteratura antropologica fu la Lucania. Oltre ai materiali attinenti i cerimoniali magici basati sulla fascinazione, De Martino nel suo libro riesce a dare un’interpretazione del mondo della magia, legato alla religione, esaminando l’impostazione del pensiero e della cultura dell’uomo meridionale. Lo studio di De Martino, se ben inquadrato nel contesto in cui si svolse, rappresenta oggi un fascinoso viaggio che attraverso i crismi dell’indagine etno-antropologica spiega molto bene gli elementi delle società di alcune aree interne lucane, mettendo in luce tradizioni che hanno influenzato cultura, lavoro, pratiche religiose e relazioni umane nelle comunità. Non solo, lo studio di De Martino può raccontare ai lucani e agli osservatori di oggi come un cambiamento radicale ha interessato la Basilicata e le sue aree interne, che hanno accettato la sfida della modernità.

È che la modernità è diversa dal modernismo.

Una sfida di modernità per i lucani, potrebbe essere quella di non mascherarsi il 31 ottobre ma scegliere un bel libro: “Sud e magia” di De Martino. Lasciatevi rapire dal fascino della storia. La “tradizione magica”, che De Martino contestualizza storicamente e spiega socialmente, è stata per secoli rifugio del contadino, costituisce oggi un patrimonio di interesse etnografico tra i più affascinanti del mondo.

E poi, pensate a che incubo con zucche fiammeggianti, fantasmi, zombie e pipistrelli, mentre, la pur molesta presenza del monaciello delle nostre storie è così tenera che vale la pena di tenerla in vita.

Insegnanti, genitori, si interroghino se è giusto dare ai propri figli solo un dolcetto e uno scherzetto oppure un po’ di materia per riempire la zucca. Non è tempo di crociate fondamentaliste, tuttavia la mania di modernità che invita famiglie e associazioni a dare in pasto ai bambini nozioni vuote, senza badare minimante ad una crescita culturale è stucchevole. Ciò che è storia non è fuori dal tempo.

In realtà, leggendo “Sud e magia”, si capisce che la modernità nasce da una scelta tra magia e razionalità, alla quale partecipa coscientemente la cultura meridionale che aveva unito razionale e irrazionale. La civiltà moderna, dovrebbe analizzare, studiare, avere consapevolezza del passato e rivoluzionare il presente, altrimenti avremo un futuro di zucche vuote che non sapremo dove mettere perché slegate dalla storia. Giudicando razionalmente i vecchi intramontabili miti della nostra cultura studiati da De Martino, sicuramente faremo qualcosa di utile. Se poi riuscissimo anche ad ascoltare San Tommaso su Fede e Ragione faremo qualcosa di straordinario, in fin dei conti non è escluso che possiamo diventare tutti Santi.